In un momento storicamente nero, con il blocco delle attività, lavorare è difficile. Ecco semplici contromisure per restare presenti sui Social e aumentare la propria reputazione
Dimenticate per un istante tutto ciò che è stato consuetudine. Ciò che è normalità, nella vita di tutti i giorni, per ognuno di noi. L’imprecare nel traffico, l’andare allo stadio o al cinema, il bere una birra con gli amici, la coda allo sportello, il maledire il lunedì dopo un weekend di relax. Frivolezze. Frivolezze che ci mancano, maledettamente.
E ora che il mondo vive un dramma inedito per i tempi moderni, pesa la mancanza delle nostre abitudini, di queste abitudini alle quali non si prestava attenzione, o meglio, del cui valore non eravamo pienamente consapevoli. Soltanto adesso riusciamo ad apprezzare la luce del sole che ci accarezza il viso, affacciandoci dal balcone e null’altro. Perché fuori c’è il “coprifuoco”: limitazioni imposte – saggiamente – da un decreto che dovrà fungere da Bibbia se vogliamo salvaguardare intanto la nostra salute (e di chi ci sta attorno) e poi l’economia, auspicando che questo stato di immobilità non dia il colpo di grazia e costringa in ginocchio un Paese già claudicante, di per sé.
Già, l’economia. Il lavoro. Cosa fare in questo momento di “fermo”? Continuare a lavorare o rilanciare la propria immagine sembra eresia, specie per chi non può beneficiare dello smart working, cioè il lavoro svolto comodamente da casa, in un contesto quindi più flessibile. Non è proprio così. Anzi, sempre secondo quella legge di vita “chi la dura, la vince”, oggi più che mai non dobbiamo demordere e proseguire nel promuovere quelli che sono i nostri servizi o prodotti. Osservando alcuni semplici accorgimenti, i riscontri arriveranno senza dubbio una volta ristabilita la normalità.
Nel fare comunicazione tuttavia dobbiamo porci con tatto, delicatezza, senza dare l’impressione di chi vuole lucrare su un momento drammatico, lanciando messaggi fuori luogo come uno speciale sconto su prodotti o servizi che fino a prima della quarantena i nostri clienti pagavano a prezzo pieno. Attenzione: potrebbe avere effetto contrario! È di dubbio gusto il promuovere un’offerta speciale, un qualsiasi 3x2 oppure reclamizzare un servizio del tipo “caro cliente, questo mese per te 30% di sconto sui nostri banner pubblicitari” o magari “abbiamo il gel igienizzante al minor prezzo”. No. Lasciamo stare. A tutto c’è un limite.
Allora come fare comunicazione in un periodo - che senza dubbio verrà riportato sui libri di storia - senza fare la figura dello sciacallo disposto a tutto pur di vendere? Bella domanda, ma la risposta non è difficile. In questo momento di preoccupazione e incertezza, occorre essere arguti nell’intravedere un’opportunità, approfittando della gente che, costretta in casa, ha più tempo da trascorrere sul web, sui social network e presumibilmente avrà voglia di estraniarsi un po’ dalla fiumana di notizie drammatiche nel fare lo scroll delle homepage di Facebook, tra i bollettini aggiornati con il numero dei decessi da CoVid-19 e fake news sempre relative al virus. È la tua occasione di concedere loro contenuti diversi, che diano distrazione e contribuiscano ad incrementare il loro sapere anche di uno 0,1%: il pubblico al quale rivolgersi c’è, eccome!
Se la tua attività è ancora parzialmente operativa, continua a vendere. Qualora invece fosse colpita dal decreto che impone saracinesche abbassate fino a nuova disposizione, non fermarti nel fare comunicazione. Magari crea contenuti fornendo consigli utili pertinenti alla tua attività, per accrescere la reputazione inducendo gli altri a ricordarsi di te quando tutto sarà concluso. Quel che è certo è che interrompere bruscamente una campagna di comunicazione social è controproducente perché non appena dovessi ricominciare ci sarebbero risultati inferiori a quando vi era continuità e omogeneità dei contenuti. Google e Facebook hanno dei “succhi gastrici” che necessitano di essere alimentati con dei dati per indicizzarti in una posizione rilevante sul motore di ricerca: ricominciando dopo settimane di stop, troveresti da parte loro “inappetenza”.
Due esempi facili: sei un personal trainer, ma la tua palestra è chiusa. Cosa fare allora? Di sicuro tu per primo non puoi permetterti di fermarti perché il tuo fisico è il tuo biglietto da visita agli occhi dei tuoi allievi. Come fare per coinvolgerli così come se li avessi fisicamente con te, in sala? Elabora dei videotutorial attraverso i quali spiegare agli allievi esistenti e potenziali cosa fare per mantenere la forma, per allenarsi anche avvalendosi di attrezzi di fortuna in mancanza di strumenti professionali, panca o manubri che solo in palestra troverebbero. Oppure, come si dice in gergo, compila loro la “scheda” con gli esercizi da eseguire, dimostrando la corretta esecuzione: meglio sarebbe potersi avvalere di un assistente (anche un familiare) insieme al quale dimostrare praticamente la giusta postura, per esempio. Insomma, pubblicando video o dirette di un allenamento, gli utenti apprezzeranno, si abitueranno ad aspettarti il giorno “x” all’ora “y” e saranno loro a correre ad iscriversi in palestra alla riapertura, perché avranno apprezzato. Stessa cosa se hai una pasticceria o una pizzeria: dedica del tempo alla spiegazione di una ricetta e alla sua realizzazione, specialmente se ti è concesso il servizio di consegna a domicilio. In primo luogo darai a chi ti segue l’idea di mangiare ciò che mangerebbe nel tuo locale e poi potrai far leva sulla sua “vulnerabilità” davanti a pietanze squisite, facendo salire l’acquolina in bocca! Intanto l’utente prenderà il telefono per ordinare la pizza o la torta e poi verrà a sedersi al tuo tavolo appena possibile.
“Rimaniamo distanti oggi, per riabbracciarci domani” diceva il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nell’annunciare i punti del decreto nel momento di maggiore emergenza. Un’emergenza che purtroppo non accenna a finire, sarà lunga la strada da percorrere in una battaglia che può essere vinta solo con comportamenti giusti, restando a casa, provando a facilitare il lavoro straordinario di medici, infermieri e operatori sanitari. Ma possiamo fare una cosa: distrarci ed essere comunque produttivi anche se è difficile, senza sopprimere il lavoro, ma aumentando autorevolezza e reputazione.